L’IMU (meglio definita come “imposta municipale propria”) ha certamente un forte impatto economico sulle tasche degli italiani. La differenza tra le aliquote base per la prima e la seconda casa è notevole ed il risultato finale di quanto va pagato è incrementato per effetto della base di calcolo costituita dalla rendita catastale rivalutata e moltiplicata per un coefficiente pari a 160.
I requisiti per poter considerare l’unità abitativa come prima casa sono stati resi assai più restrittivi rispetto a quelli già previsti per l’ICI.
Non è più possibile prevedere in favore dei figli il comodato dell’abitazione a disposizione dei genitori, né che ciascuno dei coniugi sia proprietario di unità abitativa qualificabile come “prima casa”, soprattutto quando tali unità siano poste nello stesso Comune. Non è neppure più sufficiente, per fruire delle agevolazioni, avere la residenza anagrafica nel Comune, se a questa non si accompagni la dimora abituale.